Riflettendo sulle prime ascensioni degli alpinisti, non possiamo non vederli come degli eroi che sfidano l’ignoto ed aprono la strada verso ripetizioni che altri faranno solo grazie alla dimostrazione di possibilità prima e di fattibilità poi.
Quindi guardi queste grandi imprese e guardi la tua vita e ti sembra insignificante, ti sembra che non lascerà il segno.
Mi giro e osservo i miei figli, sento le persone sorridere delle mie continue stupidaggini e penso che magari qualcosa al mondo lo lascerò anche io in modo meno plateale, ma ugualmente vissuto e faticosamente guadagnato.
La speranza che da sempre ho è quella di aver reso questo posto un po’ più leggero e meno serio di come ce lo dipingono.
Perché in fondo siamo una meteora molto veloce di vita nel computo di diversi miliardi di anni di storia dell’universo e la nostra esistenza è temporanea e superflua.
Questo libera sia te che il presidente degli Stati Uniti, della Cina, gli alpinisti e gli scienziati dal doversi prendere troppo sul serio, dal momento che la vita su questo pianeta finirà dopo che avremo finito di divertirci tra una scatola di cemento, un iphone e qualche stazione spaziale tra questa e le prossime che magari verranno.
Però ti resta la voglia di unicità, di essere come nessun altro e questa mattina ho avuto un’idea.
Oggi sono stato (probabilmente) il primo, il primo a dire la parola “Argonauta” alle 7:30 del mattino e sono ragionevolmente certo che nessuno lo abbia fatto prima di me.
Se un giorno ci si dovesse chiedere chi fu il primo che nel giorno 7 Febbraio 2023 abbia detto quella parola, potranno fare delle ricerche, ma non credo troveranno documentazione di qualcuno che l’abbia fatto prima di me.
Ora ho un sistema e più ci penso e più me ne vengono in mente altri.
Ma vuoi vedere che sono io l’unico fatto così, con questa storia, questi sogni e tutto il resto?